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"Narrowcaster", così funziona la comunicazione in rete

Una delle prime cose che s’impara nel mestiere della comunicazione pubblicitaria è che non esiste solo il pubblico generalista, ma anche operatori di settore, manager, giornalisti e comunicatori specializzati che chiedono al copywriter informazioni precise da sviluppare per i loro contenuti.

In altre parole, se si scrive per specialisti, non ci si rivolge a normali consumatori per convincerli a comprare, ma a persone che vogliono capire com’è stato realizzato il prodotto, partendo dalla materia prima fino al confezionamento, le strategie di marketing dell’azienda, la sua capacità di aggiornarsi e il modo di riposizionarsi sul mercato sempre più concorrenziale. 

Il copywriter, scrive quindi contenuti precisi ed esaurienti con un linguaggio sintetico ed efficace, perché altri attingono da lui per diffondere l’argomento sui media tradizionali e su internet, dove i navigatori privilegiano sempre più i testi cuciti su misura per le loro esigenze, non amano le chiacchiere generaliste e puntano al sodo.

E qui entra in gioco il “narrowcaster”, lo specialista che gestisce un sito internet o blog dedicato ad un pubblico specifico. A me piace considerarlo un bravo staffettista, pronto a raccogliere il testimone da giornalisti e comunicatori pubblicitari per portarlo a nuovi traguardi, diffondendo l’informazione in modo specialistico su internet e guadagnando la fiducia dei navigatori, che cercano solo contenuti originali sugli argomenti preferiti.

Ho fatto l’esempio della sinergia che esiste tra copywriter, giornalisti e narrowcaster per promuovere prodotti e aziende, ma gli spazi di manovra nel settore narrowcast sono molti.

Cercavo un blog dedicato alla comunicazione visiva e mi ha colpito questo perché non riguarda solo artisti e fotografi, ma anche i comunicatori che puntano su questo aspetto del lavoro per rendere accattivante un progetto agli occhi (è il caso di dirlo) dei loro navigatori e utenti.

Qui si trovano delle chicche da non trascurare. Per esempio la capacità di dare forma alle idee con il cardsorting, cioè buttare giù singoli pensieri, citazioni o bozze di progetto su foglietti di carta di piccole dimensioni, guardarli poi dall’alto e creare delle associazioni di idee che, come in un puzzle mentale, prende forma fino a fare scaturire un unico progetto creativo, partendo proprio da questi raggruppamenti di contenuti comuni chiamati clusters.

E’ un esercizio divertente e utile per quel settore di navigatori a cui appartengo, che, pur amando la tecnologia, non può fare a meno di fissare le idee sulla cara, vecchia agendina cartacea o sul tovagliolino del bar appena gli balena in testa.

Altro motivo per cui vale la pena buttare l’occhio sui blog specializzati è che la pagina in rete contiene spesso un blogroll che rimanda ad altri narrowcaster, pronti a darci nuove dritte per scrivere meglio o per ampliare le conoscenze di giornalismo, marketing e comunicazione in genere.

Il mestiere di scrivere è, infatti, terreno fertile per contenuti particolari che spiegano le trappole da evitare e i consigli da seguire. E se vi è capitato di farvi prendere dal panico davanti al foglio bianco o allo schermo del computer, niente paura, date un’occhiata qui e il vuoto mentale sarà un ricordo.

Ma se volessi provare a scrivere un libro solo in formato elettronico? Anche in questo caso è meglio puntare su qualcosa di specifico per capire quello che vale la pena sapere, magari guidati nel percorso da un giornalista e scrittore coma Manlio Cammarata, esperto di diritto delle comunicazioni e di internet, che ha creato questo blog sulla rivoluzione culturale e tecnica degli e-book e sul self-publishing di qualità, insegnando i trucchi per realizzare libri elettronici ben fatti come quelli di carta.

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Andrea Meregalli