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Podcasting, i giornali Usa diventano Radio “on demand” e conquistano lettori



Creare brani radiofonici, metterli in rete, e scaricarli su lettore portatile o su pc per ascoltarli quando vogliamo e dove vogliamo. Questa specie di radio-fai-da-te si chiama podcasting, nuovo modo di produrre contenuti per il web e di ascoltarli “on demand” anche su supporti alternativi.

Dal computer al lettore mp3 e, in prospettiva, ai terminali mobili: gli audio (ma anche video) podcast saranno sempre più multi-media, rimbalzando da un device all’altro, così come deciderà l’utente, che potrà essere, nello stesso tempo, produttore e consumatore di podcast.

La vera notizia è proprio questa. Formula ennesima di produzione libera di contenuti, il podcast rappresenta un nuovo strumento dalla parte degli utenti, espressione di una capacità di creare “dal basso” contenuti personalizzati e di distribuirli su canali differenti, che vanno a raggiungere utenti differenti.

I quali dicono la loro anche su come, dove e quando ascoltare (o vedere) il proprio podcast preferito. E a conferma della forza innovativa del podcasting, sta la sua rapidissima ascesa nei consumi dei download via web, ma anche l’interesse mostrato non solo dal mondo della comunicazione, ma anche da quello della politica e del giornalismo.

Proprio i grandi apparati di produzione delle news si sono, da più parti, lasciati sedurre dal fenomeno podcasting, sperimentando soluzioni di “giornali audio on demand” sui loro siti. Fino ad ora, le prove migliori sono arrivate da oltreoceano, dove molti giornali e riviste statunitensi hanno deciso di lanciare in rete il proprio podcast, forse con la speranza di riuscire anche ad agganciare giovani lettori per la versione stampata.

Nomi come il Seattle Post-Intelligence, il Philadelphia Daily News, ma anche il Washington Post e il New York Times, hanno fatto da battistrada ad un vero e proprio trend degli ultimi mesi, in cui spuntano sempre più podcast giornalistici, e non solo tra le testate cartacee.
Anche la CNN ha un proprio podcast, come pure la Casa Bianca.

Si tratta per lo più di sintesi audio delle notizie del giorno, anche se molti si stanno muovendo in direzione di interviste di approfondimento agli stessi reporter o personalità di rilievo. Insomma, qualcosa di alternativo rispetto alle informazioni già riportate dalla Tv o dalla carta stampata.

In Italia, oltre a testate nazionali come La Repubblica, che rende possibile ascoltare l’edizione radio delle news anche via podcasting, un esempio interessante di podcast applicato al giornalismo è dato da Key4biz, sito d’informazione su Tlc, Media ed Internet, che ha attivato da circa sei mesi, all’interno del menù di navigazione, un canale podcast specifico.

Il canale, che si chiama proprio Canale Podcast, è diretto dal giornalista Lele Dainesi ed ospita le interviste a capi azienda e personaggi chiave dell’ICT italiano, permettendo agli utenti di seguire dalla viva voce dei protagonisti lo stato dell’arte e le prospettive dell’high-tech di casa nostra.

Poi, grazie alla tecnologia RSS, è possibile scaricare in modo automatico le interviste sul proprio pc, su cellulare di terza generazione o su mp3 player. Il tutto attraverso un programma apposito che rende automatici gli aggiornamenti sul computer dei lettori abbonati ad uno specifico podcast.

D’altronde, come ha dichiarato lo stesso Dainesi all’interno della trasmissione di Sky24 “Reporter diffuso”, il giornalista, ma anche l’utente on the road, girando in tasca con un lettore mp3, può trasformarlo, con la semplice aggiunta di un microfono, in un vero e proprio registratore, per essere subito dentro la notizia.

Se poi pensiamo che, quanto registrato, può essere messo on line e scaricato da chiunque con grande facilità, possiamo di certo affermare che il podcasting rappresenta un altro passo nella libertà dei professionisti, ma soprattutto della gente comune, di entrare concretamente nella produzione e distribuzione di informazione.

Non è certo dell’ultima ora il fenomeno cosiddetto del “Consumer Generator Broadcasting”, l’informazione generata dagli stessi consumatori o comunque da giornalisti “non professionisti” che, attraverso fotografie e riprese audio e video, hanno spesso fissato per primi un evento (destinato a diventare notizia) e lo hanno fatto subito “girare” in rete.

Arrivando prima dei grandi network e diventando testimoni in real time del fatto, nel momento in cui stava accadendo. É quanto è successo per l’attentato alle Torri Gemelle, lo Tsunami e anche per le bombe alla metropolitana di Londra, come per miriade di altri eventi raccontati in presa diretta da foto e video camere e cellulari di nuova generazione.

Il podcasting può rappresentare un altro tassello su questa strada, ma deve anche costituire un nuovo e consapevole strumento in mano ai professionisti dell’informazione, che hanno dalla loro parte un background di capacità e conoscenze da mettere a servizio di un’informazione di qualità, affidabile e certificata.

Nel caso del podcasting, il giornalista, non solo sa scegliere il grado di importanza degli intervistati, ma è capace di valutare le domande più pertinenti, di dare profondità agli interventi, di contestualizzarli nella maniera giusta. Di essere, insomma, parte della notizia cui egli sta lavorando, attraverso i ferri del suo mestiere.

Che poi il podcasting esprima e realizzi un modo collaborativo di fare informazione, questo è indubbio. Il fenomeno weblog ha ampiamente dimostrato come “appunti personali” degli utenti possano essere materia prima di informazione o, addirittura, informazione tout court.

E il giornalismo dei nuovi tempi ha già legittimato i diari di rete, facendoli entrare molto spesso nelle dinamiche di produzione delle news. Anzi, accade che dalle pagine dei blog nasca la notizia, ripresa e filtrata dal lavoro dei giornalisti.
Il futuro che ci aspetta. Saranno gli audio blog la nuova tendenza dei websurfer? Di sicuro, il mondo delle news non starà a guardare e, come sta già facendo, vorrà investire nel nuovo strumento della convergenza la propria identità e un intelligente trasformismo.

(inserito il 06/03/2006)

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