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Pubblicisti: l'Ordine non può giudicare gli articoli, e chi valuta i testi?
Ricordiamo, a tutti coloro a caccia del prezioso tesserino di pubblicita, l'importante sentenza della Cassazione del 14 gennaio 2002, in base alla quale la Suprema Corte ha affermato che, in sede di domanda di iscrizione nell'elenco dei pubblicisti, il Consiglio dell'Ordine non ha il potere di compiere valutazioni di merito sulla qualità degli articoli prodotti dal richiedente.
La Cassazione ha ribadito il fatto la certificazione dei direttori e l'esibizione degli scritti sono elementi richiesti solo al fine di valutare che l'attività sia stata esercitata in maniera continuativa e regolarmente retribuita per il tempo richiesto dalla legge.
Rammentiamo, appunto, che per ottenere l'iscrizione presso l'albo dei pubblicisti, l'interessato deve presentare i giornali contenenti gli articoli da lui scritti e i certificati dei direttori delle pubblicazioni che comprovino l'attività pubblicistica regolarmente retribuita da almeno due anni.
In definitiva, i supremi giudici hanno affermato che l'ordine deve limitarsi a verificare se sussistano i presupposti dell'atto dovuto, senza alcuna discrezionalità in ordine all'apprezzamento degli interessi ed alla scelta da adottare nel giudicare il livello qualitativo degli scritti.
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