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Quando il giornalista è solo virtuale

di Beatrice Ferrario

Sono nate le prime forme di redattori virtuali: sistemi basati sull'intelligenza artificiale che sono in grado di creare riassunti di articoli. Niente paura: semplificheranno il lavoro ai colleghi "reali"

Riuscite a prefigurarvi come cambierà la professione grazie alle nuove tecnologie? Potreste rimanere piacevolmente sorpresi. In questi anni nelle università degli Stati Uniti gli studiosi di intelligenza artificiale hanno realizzato le prime forme di redattori virtuali.

Ne è un esempio il Columbia newsblaster, un programma "intelligente", che è in grado di monitorare diverse testate d'informazione on line e poi riassumere le notizie dalle fonti in tempo reale.

Questo software va a caccia dei temi caldi dell'ultimo minuto, setacciando le più grandi agenzie di stampa e testate giornalistiche, dalla CNN alla Reuters, dal Los Angeles Times al Washington Post. Poi individua i concetti che si ripetono e la ricorrenza delle parole, per riuscire a definire il tema principale dell'articolo. Newslblaster, da una serie di articoli sullo stesso tema, ritaglia così le frasi più rilevanti e le assembla in brevi riassunti.

Non bisogna dimenticare che questo "redattore" è un programma che deve dialogare con una macchina e quindi essere in grado di tradurre le regole di composizione del linguaggio naturale in calcoli numerici. Perciò è molto importante che sia programmato per riuscire a distinguere una notizia da una bufala palese o da uno spot pubblicitario.

In barba alla crisi di cui ha sofferto l'intelligenza artificiale nel decennio scorso, i nuovi sistemi di IA hanno raggiunto livelli così avanzati da riconoscere frasi di senso compiuto. Ad esempio decodificano correttamente l'enunciato "ogni americano ha un presidente", che significa che tutti gli americani hanno un solo presidente e non che ciascun americano ha un presidente suo.

Di sistemi come newsblaser ce ne sono tanti, un altro esempio è Newsinessence, ma l principio di funzionamento è il medesimo: riassumere la stessa notizia tratta da una pluralità di fonti.

Le applicazioni redazionali reali di un sistema simile sono davvero vantaggiose: non è una minaccia al posto di lavoro dei giornalisti, né un'offesa alla loro intelligenza.

Basti pensare all'overload di informazione, quel mare da cui siamo sommersi costantemente e all'utilità di una macchina che individua e ordina tutte le fonti per uno stesso tema d'attualità, ultimi aggiornamenti compresi. Si perderebbe meno tempo alla ricerca delle news, per impiegarlo meglio nella qualità di quello che si scrive.

(inserito il 09/06/2005)