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Il lavoro al tempo dei computer: un saggio sui cambiamenti dell'era digitale

di Dario Ranocchiari

Il lavoro nell’epoca delle tecnologie digitali: se ne parlerà mercoledì 1 febbraio (ore 16:30) a Roma, nella Sala del Carroccio in Campidoglio, dove verrà presentato il libro E-Work – Lavoro, rete, innovazione (Derive/Approdi) di Sergio Bellucci, saggista, massmediologo e responsabile per la comunicazione di Rifondazione Comunista.

Ne discuteranno con l’autore l’inviato della Rai Ennio Remondino, il direttore dell’Università Luiss Pier Luigi Celli, Patrizia Sentinelli (segreteria nazionale Prc), e l’assessore comunale alle politiche per la semplificazione e la comunicazione Mariella Gramaglia.

Il tema è scottante, perché se il rumore mediatico sulla rivoluzione delle tecnologie digitali ha ormai raggiunto anche le orecchie più distratte, quasi nessuno è stato in grado di spiegare con chiarezza quali ne saranno le conseguenze sulla società. E soprattutto sul mondo del lavoro che, con l’ingresso in un regime economico di cui non sono ancora state comprese appieno le regole, si è ritrovato immerso in un vero e proprio “taylorismo digitale”. Un sistema, cioè in cui, scrive Bellucci, «le forme della parcellizzazione della cooperazione e del controllo assumono declinazioni nuove attraverso la sussunzione all’interno dei software e della logica della rete».

E-Work affronta la rivoluzione digitale partendo dalle sue radici teorico-matematiche, per arrivare a discutere l’intreccio tra reale e virtuale che fa ormai parte della nostra quotidianità.
Secondo Bellucci è proprio quest’ultimo, con la sua acquisita naturalezza, a nasconderci le transazioni economiche che ne sono all’origine e imponendoci in questo modo un nuovo tipo di lavoro: il “lavoro implicito”, ossia quello svolto inconsapevolmente dall’utente attraverso l’uso quotidiano di apparati digitali. Un utente che, in questo modo, diviene anche un lavoratore che svolge (in modo inconsapevole e non retribuito) compiti che un tempo facevano parte di varie fasi del ciclo produttivo industriale.

Puntando il dito sulla mancata contrattazione sociale dell’ingresso delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro, dovuta anche a un sistema sindacale che sa tutto delle fabbriche ma molto poco delle nuove realtà produttive, Bellucci avverte: bisogna svelare i meccanismi nascosti che regolano il gioco per non subirne soltanto le conseguenze.
Il libro è corredato da un’ariosa prefazione del sociologo Domenico De Masi, che con piglio divulgativo riconduce la discussione teorica nell’alveo della vita quotidiana e della prassi; mentre trova un sigillo ideologico nella postfazione di Fausto Bertinotti, che ne conferma la profonda analisi politica e sociale, le ascendenze marxiane e al tempo stesso la sconcertante attualità e veggenza.

(inserito il 30/01/2006)

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